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venerdì 16 ottobre 2009

Il Paradosso della Felicità applicato al web?

....Abbiamo il web, abbiamo il webmarketing, abbiamo le chat ed i socialnetwork, abbiamo Facebook...ma soprattutto da quando si è affermato quest'ultimo nuovo potente network, ho l'impressione che si sia tutti un po' vittime del "mito" di Sisifo.

Ad un aumento delle facoltà interattive e delle potenzialità comunicative, non sembra corrispondere una soddisfazione relativa al maggior controllo della propria situazione sociale. Ad esempio, Facebook è per molti una sorgente costante di ansie: "che cosa posto oggi?" "che cosa ho realmente da dire?" "l'ultimo post può crearmi problemi?" "quando troverò il tempo di correggere quel dettaglio, sul post di ieri?", "Francesca si sarà forse indispettata per il mio post di ieri? ma qualcosa dovrò pure scrivere" ...e questi sono solo degli esempi.

Un tale stato di ansia (è come se le nuove possibilità imponessero di essere costantemente risolte e praticate), può forse determinare una sorta di "curva ad U" del benessere personale?
Mi chiedo, dunque, se sia possibile rivedere il "paradosso della felicità" di Richard Easterlin nel web stesso...

...Si è visto che l’aumento del reddito ha un effetto positivo sul benessere, che viene però compensato dal declino dei beni relazionali. Paura, instabilità familiare, fratture generazionali, minor solidarietà e onestà percepita nel prossimo… questi i sentimenti sempre più diffusi tra la popolazione. A questo malessere si sommano il declino della fiducia nelle istituzioni (sono in crisi tutte le principali istituzioni economiche, politiche, religiose… escluse le forze armate fino al 2004). L’ultimo fattore che impedisce di godere dell’aumento del reddito sono i paragoni sociali: se il reddito aumenta per tutti, allora non sarà mai abbastanza per superare i propri vicini di casa [continua su ecoblog.it]



domenica 4 ottobre 2009

Depressione, tra farmaci e creatività?

Tra i concetti più abusati ai nostri giorni, c'è senz'altro quello di depressione.
Questa parola viene utilizzata in totale libertà in contesti diversi e fuorvianti. Ad esempio, in momenti di malinconia, o tristezza, o melanconia.

Da un punto di vista psicologico, la depressione è una patologia dell'umore caratterizzata da un insieme di sintomi cognitivi, comportamentali, somatici ed affettivi che, nel loro insieme, sono in grado di diminuire in maniera da lieve a grave il tono dell'umore, compromettendo il "funzionamento" di una persona, nonché le sue abilità ad adattarsi alla vita sociale [da Wikipedia].

Però, da un punto di vista filosofico ed esistenziale, secondo alcuni esiste la possibilità di una "depressione positiva", che corrisponderebbe alla melanconia artistica, cioè ad una fase pre-creativa.
Persino l'immobilità, allora, avrebbe un senso costruttivo. In questo senso, possono essere interessanti articoli come questo, tratti dal blog di montag.it.
Ma attenzione, non illudiamoci: nei casi di depressione clinica, l'utilizzo di farmaci può essere addirittura necessario. Ecco una breve sintesi sui farmaci contro la depressione, sul blog psicolinea.